A proposito di “Viva Cuba Libre” i compagni/e dell’alta Maremma c.lo Italo Calvino, danno pieno sostegno agli
amici Italia–Cuba di Torino impegnati a combattere le menzogne su Cuba. Pubblicando nel blog del circolo la loro
comunicazione.
"Dal 25 al 28 febbraio presso il Cinema Massimo in via Verdi 18 a Torino, nella seconda edizione, del Seeyousound International Music Film Festival nel corso della quale c’è stata la prentazione del film Viva Cuba Libre: Rap is War (2013, Jesse Acevedo)"
Nel programma di una
manifestazione apparentemente di “Sinistra”
era riportato : "un documentario che documenta la storia dei fratelli
Cruz, picchiati e arrestati perchè ascoltavano rap underground cubano che
denunciava il disastroso stato economico e politico del paese;"
I compagni/e di Italia Cuba di Torino impegnati nel
volantinaggio sul film “Viva Cuba libre”
hanno scritto:
“Devo dire che sentirne parlare è una cosa, ma vedere
senza mediazioni le
"genialità" e le spudoratezze della
mistificazione fa davvero un certo
effetto! Oltre tutto, senti cos'è successo...
La proiezione del film è stata introdotta da un tizio che
avevo già conosciuto in passato (dell'Associazione "Sur" (1) che fa
parte del "cosmo" della sinistra torinese) e che mi era sembrato un tipo
"a posto". Al che ho pensato: "Beh, meno male che
l'organizzazione ha avuto almeno il pudore e la decenza di far presentare il
film da chi ha un po' di testa"...
E poi, invece abbiamo sentito le peggio nefandezze, a
partire da: "A Cuba dicono che questo film sia stato sponsorizzato dal
Dipartimento
di Stato degli Stati Uniti, ma anche fosse vero non è
importante".
Non ho parole sui danni che riesce a fare la sinistra.
(Sinistra?).
Contrariamente a quanto annunciato, non c'è stato
dibattito, così non ho potuto fare nessuna domanda. Alla fine è venuto bene
distribuire i volantini. Meno male che li avevamo preparati!
La cosa che mi ha sorpreso è stata che quando offrivamo
il volantino e chiedevamo: "Vi interessa sapere cosa c'è dietro il film
che avete appena visto?", nessuno dei circa 60 spettatori l'ha rifiutato,
e il 90% ha addirittura risposto "Sì, volentieri".
Ecco qui il testo.
"VIVA CUBA LIBRE", A PATTO CHE SIA COME LA
VOGLIONO GLI STATI UNITI
E' Talento Cubano il nome del progetto che ha coinvolto i Los Aldeanos
nella trappola del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Il bosniaco Rajko Bozic, promotore del
piano, quando propose ad Aldo Rodríguez, il leader dei Los Aldeanos, di entrare
a farne parte, non fece cenno delle sue reali intenzioni, né che lavorava per l'USAID (United States Agency for International Development), l'organizzazione
statunitense con la missione di"mettere fine alla povertà e promuovere la
società democratica nel mondo per aumentare la sicurezza e la prosperità
degli Stati Uniti". Los Aldeanos caddero nella trappola e Rajko Bozic finì
in prigione, così come prevede la Legge 88 della Repubblica di Cuba per la
Protezione dell'Indipendenza e dell'Economia Nazionale, per aver cospirato contro
l'integrità dello Stato, come sarebbe capitato a chiunque nelle sue condizioni in qualsiasi Stato
del mondo.
L'operazione fu contemporanea ad altri due programmi sostenuti, appoggiati
e finanziati dall'USAID: la realizzazione del "twitter cubano"
ZunZuneo e l'invio di giovani latinoamericani nell'isola con lo scopo di promuovere dissenso. Entrambi i
programmi si avvalevano di sotterfugi, a partire da chi
li finanziava: un'organizzazione culturale sotto la quale si celava l'ingerenza nordamericana.
Bozic era a contratto di Creative Associates International, l'Agenzia statunitense che
"supporta i popoli del mondo nella realizzazione dei cambiamenti a cui
aspirano", firmataria a sua volta di un contratto multimilionario con
l'USAID. Creative Associates International si è sempre
astenuta da qualsiasi commento.
Obiettivo del progetto Talento Cubano era guidare il movimento hip-hop sull'isola "per
aiutare la gioventù cubana a rompere il blocco informativo" e creare "reti
giovanili per il cambiamento sociale". Tutto è dimostrato e
provato dai documenti della stessa USAID venuti allo scoperto, costati le dimissioni del suo direttore
indiano-statunitense Rajiv Shah.
I contrattisti di Creative Associates fagocitarono Aldo e altri musicisti cubani in progetti che apparivano come iniziative culturali, ma che in realtà miravano a dar
visibilità e indurre i fan a sfidare pubblicamente il governo cubano sotto la
parvenza della protesta culturale.
I Los Aldeanos si presentarono nella cittadina di Candelaria il 5 giugno 2009. Di fronte a circa 150 spettatori cantarono brani rap sulla censura e sul fatto che venisse loro proibito di esibirsi nella capitale. La polizia arrivò dopo l'ultima
canzone. Mentre i rapper discutevano con gli agenti in uniforme, Bozic e il suo
team si defilarono. Aldo e il cameraman passarono
la notte in prigione per "disturbo della quiete pubblica",
dichiarò Bozic.
Creative Associates utilizzò la rete ZunZuneo per inviare centinaia di
migliaia di messaggi che chiedevano ai cubani se Los Aldeanos dovessero suonare all'imminente Concerto della Pace
di Plaza de la Revolucion con Juanes, un cantautore colombiano che fece parte della organizzazione.
Neanche i rapper conoscevano l'origine dei messaggi. Anche se Juanes non li invitò al Concerto, si incontrò
con i Los Aldeanos presso il lussuoso Hotel Nacional. Alla fine del Concerto, Juanes
ringraziò i Los Aldeanos per la soddisfazione di Creative Associates, che se lo
auspicava come legittimazione e per allentare la pressione delle polemiche di quei giorni.
Juanes si fece fotografare insieme ad Aldo, al suo collega rapper Bian Rodríguez e a Silvito el
libre, figlio di Silvio Rodriguez. Da questo fatto deriva il titolo del
film del messicano Jesse Acevedo, Viva Cuba Libre.
Los Aldeanos furono invitati ad esibirsi al Festival Rotilla (a Playa Jibacoa), festival di
musica elettronica che si svolge sull'isola nel mese di agosto. Il festival, di tre giorni, è
considerato il più grande festival di musica indipendente di Cuba.
Nell'agosto del 2010, Rotilla attrasse la più grande folla della sua storia, 15.000
persone. Los Aldeanos criticarono i funzionari del governo e presero di mira
la polizia, che certamente era
presente. Aldo urlò a tutto microfono: "La polizia mi ispira pietà
piuttosto che odio, perché è così mangiamerda che nemmeno si rende conto di essere vittima del
sistema". Adrian gridò: "Viva Cuba Libre!" mentre la folla applaudiva. Ora Aldo e Adrian vivono in Florida.
Per tutta questa vicenda non fu mai arrestato nessuno e la storia
raccontata nel film è una delle tante manipolazioni contro Cuba. Al termine dell'episodio di
Candelaria ci furono alcuni fermi per oltraggio alle autorità, ma nessuno è
mai stato giudicato e detenuto.
La leggenda del film ruota attorno alla supposta tortura dei due fratelli Cruz, anche se tra le
righe si vuole fare intendere che questi siano stati torturati per aver
ascoltato i Los Aldeanos o per essere membri della
UNPACU.
I fratelli Cruz non esistono: sono una invenzione per parlare di
torture e "arresti politici". La UNPACU (Union Patriotica Cubana), invece
sì: è un gruppo controrivoluzionario guidato da José Daniel Ferrer, di Palma
Soriano, vicino a Santiago de Cuba. Fu uno dei 75 mercenari arrestati e condannati a 20 anni di prigione
nell'aprile del 2003 per reati contro l'indipendenza e
l'integrità dello Stato (Legge 88 della Repubblica di Cuba). Scontò sette anni e si rifiutò di
andare in Spagna quando, su mediazione della Chiesa Cattolica, una parte di
quei 75 decisero di andare a vivere lì.
José Daniel Ferrer è uno dei collaboratori più stretti dell'attuale strategia degli Stati
Uniti. Partecipò al Vertice di Panama dove incontrò
Obama, che incontrerà di nuovo durante la visita del 21 e 22 marzo all'Avana. Appartiene a
quella che il presidente degli Stati Uniti chiama "società civile" cubana. Riceve
migliaia di dollari l'anno per partecipare ad attività che mirano al rovesciamento
politico di Cuba. Non va d'accordo con Bertha Soler, la leader di un altro
"famoso gruppo dissidente", le Damas de Blanco. Ha un basso livello di scolarità, è arrogante, maleducato e ignorante di temi politici
come coloro che invece lo appassionano elargendogli dollari. La
UNPACU organizza eventi in cui si profondono provocazioni e scandali per scopi
politici. Per queste azioni i loro membri
ricevono lauti compensi.
Los Aldeanos non sono mai stati un gruppo molto seguito e, comunque, si è disintegrato non appena
il governo di Cuba ha dimostrato che erano stati manipolati. E' successo dopo lo scandalo
del Festival di Jibacoa: erano
stati fagocitati da emissari provenienti dall'America Latina che avevano promesso sovvenzioni ai
loro progetti se i testi delle loro canzoni avessero criticato il governo
cubano. Inoltre, sono serviti come collegamento per il deposito di denaro della
NED (National Endowment for Democracy), un'altra organizzazione statunitense che supporta
la "libertà nel mondo", della citata USAID e della CADAL (Centro para la Apertura y
el Desarrollo de America Latina) guidata da Gabriel Salvia, il quale
arrivò dall'Argentina al secondo Vertice della CELAC con il preciso scopo di sabotarlo, proprio con l'aiuto di quel José
Daniel Ferrer, scelto e promosso dagli Stati Uniti.
Jesse Acevedo, il regista di Viva Cuba Libre di origine messicana eresidente
in Florida, dichiarò in un'intervista di aver rischiato il carcere per filmare Los
Aldeanos. Disse che aveva il permesso delle autorità cubane
per realizzare un altro progetto, per girare
un altro film, ma poi scoprì la storia dei Los Aldeanos e cambiò obiettivo. Disse
di aver usato piccole videocamere per passare inosservato come un turista. Evidentemente,
qualcosa deve aver rischiato, ma non per filmare i Los Aldeanos, quanto piuttosto
per
non avere i permessi in regola, come in quelle condizioni chiunque rischierebbe in
qualsiasi Paese del mondo. E' un problema che capita spesso anche a molti
giornalisti che entrano a Cuba con il visto turistico e poi, se vengono
"cacciati", si lamentano che a Cuba non c'è libertà, "dimenticando"
che in tutti i paesi del mondo se entri per fare il giornalista devi avere il visto da giornalista.
Infine, i fratelli Cruz non compaiono neanche nella lista dei
"prigionieri
politici" stilata ogni anno dal "dissidente" Elizardo
Sanchez per ottenere il compenso del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Questa è l'illustre società civile che Obama vorrà incontrare durante la
sua imminente visita a Cuba.
(1)
L’Associazione SUR: Società Umane Resistenti affiliata
all’ARCI si presenta così :
L'associazione SUR, affiliata ARCI, svolge da anni un importante lavoro
di monitoraggio e informazione sulla situazione dei paesi dell'America Latina,
attraverso il web (sito e newsletter) e la promozione di iniziative di vario
genere. Non lasciamoci però ingannare dalla voluta ambiguità dell'acronimo che
dà nome all'associazione: SUR non rimanda solo a un luogo geografico, ma è
anche un luogo dell’anima, un'associazione, una comunità solidale, umana e
responsabile, sintetizzato nella dicitura Società Umane
Resistenti