Blog del c.lo Anaic alta Maremma "Italo Calvino" che intende divulgare l' altra informazione su Cuba e non solo. By Sandino
martedì 27 ottobre 2015
"Da Camp Darby a Guantanamo chiudere le basi militari straniere" : i Ciclisti internazionalisti sono arrivati a Roma"
martedì 6 ottobre 2015
Appello adesioni staffetta ciclistica Camp Darby-Guantanamo per chiudere le basi militari
Cuba è da sempre in prima linea per la costruzione di un
mondo più giusto e in cui i popoli vivano in pace e nella reciproca
cooperazione solidale. Dal 22 al 25 novembre del 2015, si terrà a Guantanamo il
IV Convegno Internazionale per la Pace e la chiusura di tutte le basi militari
collocate in Paesi esteri. Vi hanno aderito il coordinamento toscano
dell’associazione di amicizia Italia-Cuba e i circoli di Roma e Tuscia,
organizzando una staffetta ciclistica che dalla base USA di Camp Darby, in
Toscana, raggiungerà Guantanamo all’apertura dei lavori congressuali. La
staffetta partirà venerdì 23 ottobre, alle ore 10:30, davanti ai cancelli di
Camp Darby e giungerà, domenica 25 ottobre, a Roma pronta per volare a Cuba e
riprendere con le tappe isolane fino alla destinazione, Guantanamo. Troviamo
doveroso allargare il fronte di adesione alla staffetta ciclistica, proprio per
supporto a tutto quello che Cuba è e fa per i popoli del mondo.
Cuba: per l’addio alle armi nucleari. Il 26 settembre 2013,
su richiesta di Cuba, si è tenuta l’Assemblea ONU per discutere la risoluzione
presentata dall’isola per il disarmo nucleare. La richiesta era stata
largamente appoggiata, con nessun voto contrario e con l’astensione degli Stati
Uniti, Israele, Francia e Regno Unito. Nonostante le difficoltà, la risoluzione
è stata adottata e largamente condivisa da 165 Paesi in tutto il mondo.
Informazioni varie sono reperibili all’indirizzo http://www.5av.it/le-storie-quotidiane/90-cubadossier/3219-cuba-e-per-laddio-alle-armi-nucleari.html e
recentemente un’ulteriore esortazione al disarmo nucleare
http://it.granma.cu/mundo/2015-10-01/bruno-rodriguez-incita-nella-onualleliminazione-dell-armi-nucleari
Cuba prosegue la Rivoluzione Bolivariana. Nella Carta della
CELAC (Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi) i principi fondamentali
dell’accordo ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe) sono in pieno ripresi.
Cuba promuove la risoluzione pacifica per le controversie fra gli stati, come
auspicato da Simon Bolivar a metà dell’800. Si trova così una piena continuità
con la Rivoluzione Bolivariana e col suo spirito di cooperazione fra i popoli.
Per approfondire le risoluzioni approvate durante il II summit della CELAC,
tenutosi all’Avana il 28-29 gennaio 2014http://www.sinistra.ch/?p=3323
e per i più temerari ecco il documento conclusivo
dell’incontro
Cuba promuove attivamente la Pace in America Latina. Dopo 40
anni e 200.000 morti, grazie a Cuba si sono svolti all’Avana, dal 2012 in poi,
incontri guidati da Raul Castro per avviare un percorso di pacificazione della
storica battaglia sostenuta dai guerriglieri delle FARC, in difesa delle classi
subalterne colombiane e il Governo di Juan Manuel Santos. A breve dovrebbe
giungere la firma congiunta degli accordi, che risolverebbe una lunga e
sanguinosa controversia che ha ampiamente afflitto il popolo colombiano e tutto
questo grazie all’impegno concreto cubano. Informazioni
nell’articolo:
Cuba e gli interventi umanitari. A differenza di quello che
ormai la NATO ci ha abituato a credere dopo la Libia e l’ex Jugoslavia, Cuba
ridefinisce il significato di intervento umanitario. Infatti l’Isola ha inviato
più di 50.000 operatori sanitari cubani che sono in servizio in 68 nazioni e
più di 325 mila cooperanti hanno lavorato in 158 paesi. Non solo nel campo
sanitario, ma anche nel campo della cultura e della diffusione dei saperi,
grazie al programma “Yes, I can”, 9 milioni e 376 mila persone si sono
alfabetizzate in 30 stati e più di 68 mila studenti stranieri, provenienti da
157 paesi, possono vantare di aver studiato e conseguito la laurea
nell’università cubana, senza sostenere alcuna spesa. Per portare un esempio
concreto dei numeri sopra riportati vi invitiamo a leggere
http://it.granma.cu/mundo/2015-09-25/il-presidente-correa-ringrazia-per-la-cooperazione-de-medicicubani
e
Proprio la Brigata medica cubana Henry Reeve è stata
proposta dai sindacati norvegesi per l’assegnazione del premio Nobel per la
pace, visto il recente impegno in Sierra Leone, Guinea e Liberia nella
battaglia contro l’Ebola.
Cuba è per il rispetto e la difesa dei diritti umani.
Sull’isola cubana si violano i diritti umani, si pratica la tortura e si
continuano a perpetrare abusi e violenze. Tutto questo accade, ma all’interno
della ormai tristemente famosa base statunitense di Guantanamo. Proprio
per questo, una delle condizioni sine qua non per l’avanzamento delle
trattative di normalizzazione dei rapporti tra USA e Cuba è la richiesta
dell’immediata chiusura del centro di tortura di Guantanamo e la restituzione
dell’area al popolo cubano. Alcune testimonianze di detenuti della
prigione guantanamera.
Cuba e l’autodeterminazione dei popoli. La chiusura delle
basi militari straniere all’estero è fondamentale per liberare i Paesi da
condizionamenti armati esterni. Cuba lotta contro l’ingiusto blocco
statunitense che ha provocato solo dramma e dolore al popolo cubano, per
l’autodeterminazione di tutti i popoli e per la libertà di tutti i prigionieri
politici detenuti nelle carceri dell’ultimo impero del mondo. Lotte condotte
non solo per il popolo cubano ma per l’intera Umanità.
Per aderire e/o patrocinare la staffetta ciclistica
contattare Roberto via mail all’indirizzo aroberto.nannetti@libero.it o al
numero di telefono 3311327944
giovedì 29 gennaio 2015
Raul Castro: normalizzazione con gli USA dipende dal sollevamento del bloqueo
San Josè, 28
gen (Prensa Latina) Il presidente cubano, Raul Castro, ha affermato oggi che la
normalizzazione delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti non sarà possibile
finché esista il bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto da
Washington contro L'Avana, tra le altre questioni.
Lo stabilimento delle relazioni diplomatiche è l'inizio di un processo verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali, ma questo non sarà possibile finché esiste il bloqueo, non si restituisca il territorio illegalmente occupato nella Base Navale di Guantanamo, non cessino le trasmissioni radiali e televisive illegali delle norme internazionali e non ci sia una compensazione giusta per il nostro paese per i danni umani ed economici che ha sofferto, ha detto Raul Castro.
Parlando nel III Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici che si effettua in questo paese, il presidente cubano ha inoltre assicurato che non sarebbe etico, giusto né accettabile esigere a Cuba nessun cambiamento.
Se questi problemi non si risolvono questo avvicinamento diplomatico tra Cuba e gli Stati Uniti non avrebbe senso, ha sostenuto il leader cubano, in riferimento alle conversazioni effettuate la settimana scorsa a L'Avana tra rappresentanti delle due nazioni.
Inoltre, ha proseguito, non ci si può aspettare che Cuba accetti negoziare gli aspetti menzionati per i nostri temi interni, assolutamente sovrani.
Il Presidente Barack Obama potrebbe utilizzare con determinazione le sue ampie facoltà esecutive per modificare sostanzialmente l'applicazione del bloqueo, quello che può fare senza la decisione del Congresso, ha puntualizzato.
Raul Castro ha indicato che si è potuto avanzare in questa recente negoziazione perché ci trattiamo reciprocamente con rispetto, come uguagli. Per continuare ad avanzare dovrà essere sempre così, ha condannato.
Sulle conversazioni, ha osservato che i risultati dimostrano che governi che hanno profonde differenze possono trovare soluzione ai problemi attraverso un dialogo rispettoso e scambi basati sull'uguaglianza sovrana e la reciprocità in beneficio delle loro rispettive nazioni.
Come ho affermato più volte, Cuba e Stati Uniti devono imparare l'arte della convivenza civilizzata basata nel rispetto delle differenze tra i due governi nella cooperazione in temi di interesse comune, che contribuisca alla soluzione delle sfide che affrontano l'emisfero ed il mondo, ha segnalato Raul Castro.
Ma, ha messo in chiaro, non si deve pretendere che per questo Cuba debba rinunciare ai suoi ideali di indipendenza e giustizia sociale, di claudicare in uno solo dei suoi principi né cedere un millimetro nella difesa della sovranità nazionale.
Non ci lasceremo provocare, ma neanche accetteremo nessuna pretesa di consiglio né pressioni in materia dei nostri temi interni, ha indicato ed ha aggiunto che “ci siamo guadagnati questo diritto sovrano con grandi sacrifici ed al prezzo dei maggiori rischi”.
Si è chiesto se si potranno ristabilire le relazioni diplomatiche senza riannodare i servizi finanziari della Sezione di Interessi di Cuba ed il suo Ufficio Consolare a Washington, bloccati come conseguenza del bloqueo finanziario.
Inoltre, ha fatto riferimento, “come spiegare il ristabilimento di relazioni diplomatiche senza che si ritiri Cuba dalla lista degli Stati patrocinatori del terrorismo internazionale?”.
“Quale sarà la condotta dei diplomatici statunitensi a L'Avana, rispetto all'osservanza delle norme che stabiliscono le convenzioni internazionali per le relazioni diplomatiche e consolari?”, si è anche interrogato.
“La situazione attuale apre, modestamente, un'opportunità all'emisfero di trovare nuove e superiori forme di cooperazione che convengono alle due Americhe”, ha sottolineato ed ha aggiunto, concludendo, che “questo permetterebbe risolvere problemi stimolanti e tracciare nuove strade”.
Ig/ale
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