Alla fine de 2015 la Casa Bianca ha
respinto un progetto, considerandolo troppo costoso.
Il presidente degli USA, Barack Obama,
ribadisce il suo impegno di chiudere il carcere della Base Navale di Guantánamo
(a Cuba) prima di abbandonare il potere nel gennaio del 2017, ha assicurato il
suo capo di gabinetto, Denis McDonough.
"Lui lo sente come un obbligo con
il suo successore, lo vuole chiudere e lo faremo, certo che sì!” ha detto
McDonough in un’intervista con la catena di televisione Fox News.
Il capo di gabinetto di Obama non ha
però precisato se il presidente potrà utilizzare misure esecutive o decreti con
il fine di chiudere la prigione per i sospettati di terrorismo, nel caso che il
Congresso non cooperi al suo piano.
“Il presidente ha detto che presenterà
il suo piano al Congresso e lavorerà con il Congresso e poi giungeranno ad
alcuna determinazione finale”, si è limitato ad indicare McDonough.
Quando giunse al potere nel 2009, Obama
promise di chiudere la prigione di Guantánamo in un anno e da allora ha
segnalato i veti posti dal Congresso per il trasferimento dei prigionieri, come
il principale ostacolo che ha impedito di compiere la sua promessa.
Il Governo di Obama ha fatto dei passi
avanti nel trasferimento dei prigionieri a terzi paesi e nella prigione ora
restano 105 prigionieri di quegli 800 che erano rinchiusi dieci anni fa, in
maggioranza senza accuse di sorta.
La Casa Bianca prevede di lasciare la
popolazione carceraria al di sotto del centinaio di reclusi per la fine di
gennaio, per accelerare la liberazione di coloro che, si suppone, non sono una
minaccia, e considera opzioni carcerarie per quelli che sono considerati
pericolosi o sono in attesa di giudizio in commissioni militari.
Il Pentagono lavora da più di sei mesi
a un piano per chiudere il carcere nell’Isola di Cuba e alla fine del 2015 la
Casa Bianca ha respinto un progetto considerandolo troppo costoso.
La chiusura di Guantánamo è ostacolata
anche dal timore dei legislatori e degli esperti che coloro che sono stati
reclusi lì dentro a Guantánamo dove si interrogava usando la tortura e creando
un sistema al di fuori delle garanzie legali statunitensi, si uniscano a gruppi
radicali islamici all’uscita dalla prigione. (Traduzione GM - Granma Int.)
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