lunedì 23 giugno 2014

Discorso pronunciato dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, in occasione del Vertice del Gruppo dei 77 più la Cina




Versione stenografica - Consiglio di Stato- Foto ABI
Compagno Evo Morales Ayma, Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia e Presidente del Gruppo dei 77 più la Cina:
Eccellenze:
Ringrazio il compagno Evo Morales Ayma, Presidente e distinto  rappresentante dei popoli  originari della nostra regione, per la convocazione di questo importante Vertice.

Al termine della Prima Conferenza delle Nazioni Unite su  Commercio e Sviluppo, nel giugno del1964, un gruppo di paesi in via di sviluppo, coscienti delle enorme sfide che dovevano affrontare, decise di marciare unito per far fronte a un sistema economico mondiale che da allora si presentava disuguale e ingiusto.
A questo Gruppo si deve la preparazione, il negoziato e l’approvazione, il 1º maggio del 1974, ben 40 anni fa, di uno dei documenti programmatici più importanti nella lotta contro il sotto sviluppo e per l’ottenimento di  una giustizia economica internazionale: la Dichiarazione e il Programma d’Azione per lo Stabilimento di un nuovo Ordine Internazionale, e cito: “Basato nell’equità, la uguaglianza sovrana, l’inter dipendenza, l’interesse comune e la cooperazione di tutti gli Stati, qualunque sia il loro sistema economico e sociale, e che permetta di correggere le disuguaglianze e riparare le ingiustizie attuali, di eliminare le disparità crescenti tra i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo e garantire alle generazioni presenti e future uno sviluppo economico e sociale che acceleri nella pace e nella giustizia (...) fine della citazione.
Poco dopo fu approvata la Carta dei Diritti e dei Doveri Economici degli Stati, che pone l’esercizio della sovranità degli Stati al disopra delle risorse naturali e l’attività economica nei loro territori.
Questi importanti documenti mantengono piena vigenza, ma il grande paradosso è che oggi non si vuole più parlarne. Si giudicano arretrati e superati dai fatti.
Senza dubbio ora si amplia la breccia tra nord e sud; una profonda crisi economica globale che risulta dall’irreversibile fallimento de neoliberismo imposto dai principali centri di potere, con un impatto devastante per i nostri paesi, che si è trasformata nella più lunga e complessa degli ultimi ottant’anni.
Quando quasi si conclude il ciclo previsto per gli obiettivi di sviluppo accordati nel Vertice del Millennio del 2000:
Mille duecento  milioni di persone nel mondo vivono in miseria. In Africa sub sahariana,    il numero dei poveri è aumentato ininterrottamente passando da 290 milioni nel 1990 a 414 milioni nel 2010.
Una di ogni otto persone nel mondo soffre di fame cronica.
Il 45% dei bambini morti prima di compiere i cinque anni muore per malnutrizione.
Il debito esterno registra livelli senza precedenti, nonostante gli enormi pagamenti che abbiamo realizzato per il suo servizio.
Si aggrava il cambio climatico generato fondamentalmente dagli indici di produzione e consumo irrazionali e dall’enorme spreco dei paesi industrializzati che, se li manterranno, renderanno necessarie delle risorse naturali equivalente a due pianeti.
Di fronte a questa realtà, conserva la sua piena vigenza il principio del responsabilità comuni ma differenziate, per affrontare il cambio climatico e altre sfide ambientali.
Come ha detto il compagno  Fidel Castro Ruz, “Esistono le risorse per finanziare lo sviluppo. Quello che manca è la volontà politica dei governi dei paesi sviluppati”.
È necessario esigere un nuovo ordine finanziario e monetario internazionale, con condizioni commerciali giuste per i produttori e gli importatori, ai guardiani del capitale, centrata nel Fondo Monetario Internazionale nel Banco Mondiale, ai difensori del neoliberalismo, raggruppati nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che cercano di dividerci.
Solo l’unità ci permetterà di far prevalere la nostra ampia maggioranza.
Dovremo fare così se vogliamo che l’Agenda di Sviluppo dopo il 2015, che dovrà includere gli obiettivi di sviluppo sostenibile  offra risposte ai problemi strutturali delle economie dei nostri paesi,  generi cambi strutturali che permettano di proporre uno sviluppo sostenibile che sia universale e risponda ai differenti livelli di sviluppo.
Compagno Presidente:
Nell’attualità si trasgredisce la sovranità degli Stati, si violano in forma brutale i principi  del Diritto Internazionale, si pongono concetti che tentano di legalizzare l’ingerenza, si usa la forza per promuovere la divisione.  Risuonano sempre nelle nostre orecchie quelle minacce contro  “60 o più oscuri angoli del mondo”, del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ovviamente, tutti paesi membri del Gruppo dei 77.
Dobbiamo esercitare la nostra solidarietà con quelli che sono minacciati d’aggressione.
Oggi il caso più chiaro è la  Repubblica Bolivariana del Venezuela, contro la quale si usano i mezzi più sofisticati dei sovversione e destabilizzazione, includendo  tentativi di colpo di Stato, secondo i concetti della guerra non convenzionale che gli Stati Uniti oggi applicano per far cadere i governi, sovvertire e destabilizzare le società.
Per più di 50 anni siamo stati vittime di un blocco nordamericano genocida, di azioni di terrorismo che sono costate la vita a migliaia di nostri concittadini,  provocando enormi danni materiali, e dell’assurda inclusione di Cuba nella lista degli Stati patrocinatori del terrorismo internazionale, un affronto al nostro popolo.
Come abbiamo denunciato, è crescente la promozione di azioni legali segrete e sovversive, come dell’uso del ciber-spazio per tentare di destabilizzarci, e non solo Cuba ma i paesi i cui governi non accettano ingerenza o tutele. In questo modo qualsiasi nazione può essere oggetto di attacchi informatici indirizzati a fomentare la sfiducia, la destabilizzazione e i conflitti potenziali.
Durante tutti questi anni ci ha sempre accompagnato la ferma solidarietà dei membri del Gruppo de 77  più la Cina e ringrazio a nome del popolo cubano.
Approfittiamo di questo 50º anniversario del Gruppo dei 77 per rinnovare il nostro impegno comune di unire gli sforzi e stringere le fila, per costruire un mondo più giusto.
Molte grazie.
(Applausi - Traduzione Gioia Minuti)





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